La FIGC con il Comunicato Ufficiale nr. 68/a del 27 agosto 2024, ha pubblicato il Regolamento per la Prevenzione e il Contrasto di Abusi, Violenze e Discriminazioni. Dal 30 agosto tutti in regola. Sarà possibile?
Abbiamo chiesto al nostro Direttore, Marco Giustinelli, che
possiamo considerare un esperto del settore, in quanto è un Docente e Direttore
nella Formazione Professionale, con oltre vent’anni di esperienza con studenti
e studentesse appartenenti anche a categorie fragili, si occupa di calcio da
cinquanta anni, e nelle ultime due stagioni sportive, dopo una lunga esperienza
in Lega Nazionale Dilettanti, si è occupato di Tutela dei Minori nell’ambito
del Settore Giovanile e Scolastico, formando centinaia di Allenatori nei Corsi
Grassroots di Livello E. Inoltre collabora attivamente con Change The Game e è
membro del Direttivo dell’Associazione Italiana Sociologi e Formatori. Scrittore
e Giornalista, dal 2021 è delegato per la Tutela Minori dell’Asd Albano Calcio
a 5.
Direttore, ma non c’era una deroga al 31.12.2024, mentre
dal documento federale appare chiaramente che le società debbono attuare il
sistema già dal 1° settembre prossimo?
“Occorre non fare confusione. Il D.lgs n. 36 del 2021 e il
D.lgs. n. 39 del 2021 hanno specificato l’obbligo da parte delle Federazioni
Nazionali (nel nostro caso) di emettere linee guida e regolamenti attuativi. Le
linee guida della FIGC sono state pubblicate il 31 agosto 2023, e obbligavano
le società affiliate a munirsi di un sistema conforme alle indicazioni federali
entro 12 mesi. I dodici mesi scadono a fine agosto di quest’anno, tra
pochissimi giorni. La deroga fino a fine anno, riguarda solo e esclusivamente
la nomina della figura che, all’interno della società, sarà responsabile dell’attuazione
del progetto.”
Quindi, per quattro mesi, nessuno è responsabile?
“La FIGC spiega chiaramente che, fino alla nomina del “Safeguarding
Officer” la responsabilità penale della gestione del sistema, è integralmente
sulle spalle del Presidente o del Legale Rappresentante del club. E questo vale
fino a quando non si formalizza la nomina del Responsabile. Conoscendo il modo,
tutto italiano, di fare le cose all’ultimo momento, non ho difficoltà a pensare
che più di una società avrà grosse difficoltà a rimanere nei tempi nell’implementazione,
almeno, della parte formale e documentale. Mi auguro che, nel frattempo, non si
verifichi nessun problema, altrimenti si potrebbe andare incontro a qualche
spiacevole conseguenza.”
E in che cosa consiste questo “sistema”?
“E’ l’insieme delle buone pratiche che le singole società
attuano per prevenire abusi, discriminazioni, violenze di ogni tipo, per
garantire ai propri tesserati un ambiente dove fare sport in modo sano e
sicuro. A titolo di esempio debbono essere garantiti i principi che sostengono
il sistema, i codici di comportamento di tutte le componenti sociali, la
ricezione e la gestione delle segnalazioni, la formazione (obbligatoria) di
tutte le risorse, gli strumenti di monitoraggio e le modalità di effettuazione
delle azioni correttive, ove si riscontrassero disallineamenti di sistema.”
E il responsabile, o il presidente, rispondono
personalmente del comportamento dei propri tesserati?
“La responsabilità penale di ogni comportamento è, per
legge, a carico esclusivo di chi compie atti contrari alla norma. A titolo di
esempio, se un allenatore colpisce un ragazzo con un pugno, la responsabilità e
le sanzioni sono oggettivamente a carico del tecnico stesso. Il Responsabile
dovrà invece dimostrare di aver attuato, in conformità alle linee guida e ai
regolamenti emanati dalla Federazione o Ente di Promozione a cui è affiliato,
tutto quanto era necessario per prevenire un tale comportamento. Quindi la
formazione, le procedure, la gestione delle segnalazioni che potevano fornire
indizi di comportamenti non conformi etc.”
E quali sono le caratteristiche che deve avere una
persona per ricoprire la carica di Responsabile?
“Le indicazioni date, ci parlano di una persona che abbia
indipendenza e autonomia decisionale. E poi, ovviamente, una competenza specifica
sull’argomento. Qualcuno dice che è necessario affidare l’incarico ad un
professionista esterno al club, come un avvocato, un medico o uno psicologo. Io
non sono del tutto d’accordo con questa scuola di pensiero, perché credo che
per effettuare una azione efficace di prevenzione, di formazione, di azione
tempestiva, di confronto con le diverse componenti presenti nel club, occorre
conoscere il meglio possibile l’organizzazione e le persone, e essere
immediatamente, per quanto possibile, reperibile in caso di necessità.
Certamente, occorre garantire a questa persona l’indipendenza e l’autonomia,
come dicevo prima, per operare nella massima libertà e con efficacia. Un
componente del Direttivo, sempre secondo la mia personale valutazione, darebbe
queste garanzie, non dipendendo gerarchicamente da nessuno. Infatti, secondo il
regolamento federale, in assenza di nomina specifica, la responsabilità
ricadrebbe sul Presidente, che è il componente per eccellenza del Consiglio Direttivo.”
E qual è la strada migliore per mettersi in regola nel
rispetto dei tempi?
“Anche qui è necessario fare un distinguo. Esiste un
adeguamento formale e uno sostanziale. Per quello formale basta fare un giro
sul web, fare riferimento al sito del Settore Giovanile e Scolastico della FIGC
che, tra parentesi è fatto molto bene e fornisce tutti gli strumenti necessari,
in modo chiaro e semplice, da utilizzare, e costruire il Sistema di Tutela Minori
che, integrato con le ultime indicazioni federali, permetta di avere a
disposizione tutto quanto è necessario, compresa la formazione on line di tutte
le risorse. Il consiglio che posso dare è di chiedere di partecipare, come
società, al Progetto Tutela Minori, in modo da ottenere assistenza e formazione
direttamente da parte del Settore Giovanile e Scolastico.”
E per quello sostanziale?
“È certamente la parte più complessa, ma anche quella più stimolante. Occorre creare la mentalità della Tutela e della Prevenzione all’interno del Club, lavorando sullo stile di conduzione, sul linguaggio degli adulti, sulla gestualità, sui corretti rapporti tra adulti e minori, sulla gestione degli spazi reali e virtuali. Le leggi non garantiscono soluzioni, ma aiutano a creare un modo di pensare e di comportarsi. Partiamo da qui e i risultati cominceranno sicuramente ad arrivare. Non sarà facile per le società meno attrezzate, ma, almeno per il calcio, c’è un supporto federale che è di grande aiuto.”
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