Investimenti sugli impianti e, soprattutto, sulle persone, per innalzare sempre più il livello di qualità di una Scuola Calcio a Cinque che voglia essere un ambiente sano e sicuro dove formare cittadini e non solo Campioni.
Completati i lavori di manutenzione alla Seven, con il rifacimento delle recinzioni del campo inferiore, che ultima il restyling completo del Centro Sportivo di Via Lombardi. Un investimento importante da parte della Famiglia Sette, che ha permesso, nel giro di poco più di dodici mesi, di rinnovare completamente l’impianto, partendo dagli spogliatoi, per arrivare al completo rifacimento del campo superiore, dal manto erboso alle reti di recinzione e all’area panchine, per arrivare, appunto, ai lavori, appena finiti, della recinzione del campo inferiore. Chiediamo a Stefano Sette, patron del club e Direttore Tecnico, le sue considerazioni sulla stagione che va ad iniziare.
Stefano Sette, si è completata la ristrutturazione del
Centro Sportivo. Un investimento importante?
“Il calcio, e lo sport in generale, sono cambiati. La nuova Legge
sul lavoro sportivo ci porta ad un radicale cambio di mentalità. Possiamo
essere d’accordo oppure no, ma è irrilevante. Di fatto lo sport dilettantistico
come lo abbiamo inteso fino ad oggi, non esiste più. Oggi anche le società di
calcio debbono adeguarsi al fatto che si va verso una gestione di tipo
aziendale, con tanti nuovi aspetti normativi e gestionali da tenere in considerazione.
Si parte quindi dall’adeguamento degli impianti alla qualità dei tecnici
presenti in campo. Fare bellissimi centri sportivi serve veramente a poco se a condurli,
dal punto di vista gestionale, amministrativo e della formazione in campo, non
sono presenti risorse preparate e professionali. Avere a disposizione un
impianto rinnovato e efficiente, è necessario, ma rappresenta solo il primo importante
passo.”
Che cosa è cambiato nello sport negli ultimi anni?
“Quando noi abbiamo iniziato a fare Calcio a cinque, era
sufficiente una persona di buona volontà che allenasse i ragazzi e un
presidente o un segretario che ne capisse qualcosa di tesseramenti e carte
federali. Una telefonata in Federazione, talvolta, risolveva la maggior parte
dei problemi. Adesso è tutto diverso. Se pensate, oggi, l’Albano Calcio a 5 ha
un Segretario in grado di districarsi tra procedure sempre più complesse e
saper utilizzare al meglio lo strumento informatico. I contatti diretti con le
strutture della FIGC sono ridotti all’osso. Quasi tutto avviene, ormai, a
livello digitale. Sicuramente è tutto più veloce e più tracciabile, ma richiede
competenze specifiche sempre più importanti. E visto che nessuno “nasce
imparato”, occorre una adeguata formazione per tutte le risorse presenti. Se
guardiamo l’organigramma della nostra società, vediamo la presenza di figure
che fino a dieci anni fa neanche esistevano, come lo Psicologo dello Sport, il
Delegato alla Tutela Minori e il Safeguarding Officer, il Social Media Manager,
l’operatore laico BLSD sempre presente, in grado di saper usare un
defibrillatore e effettuare le manovre salvavita in caso di emergenza. Tutte
figure oggi indispensabili. E non abbiamo ancora iniziato a giocare a pallone …”
E dal punto di vista tecnico, cosa si è modificato?
“L’Albano calcio a 5 ha scelto di qualificarsi in quella che
fino a due anni fa veniva chiamata “Scuola Calcio Elite” e che oggi, invece,
viene invece definita “Club Giovanile di Terzo Livello di Qualità” e che
integra, oltre alla Scuola Calcio, anche le categorie agonistiche Under 15 e
Under 17. Nel Lazio solo quattro club di futsal hanno raggiunto questo livello
(Albano c5, Forte Colleferro, SS Lazio, Real Fabrica di Roma). La normativa
federale ci indica, per mantenere il livello anche negli anni successivi, di
tesserare almeno quattro Allenatori iscritti ai ruoli del Settore Tecnico FIGC
e, comunque, affidare i gruppi squadra almeno a tecnici con qualifica regionale
“Grassroots Livello E” o a laureati in Scienza Motorie per i più piccoli. Non c’è
più spazio per gli allenatori “fai da te”. Oggi chiunque entra in campo deve
essere qualificato dalla FIGC o, in alternativa, dal Settore Giovanile e
Scolastico o in possesso di una Laurea specifica. Considerate che noi abbiamo,
in tutto, undici squadre, con sedici tecnici tesserati e sei dirigenti
ufficiali e fatevi due conti.”
E come si fa a trovare la disponibilità di nuovi
allenatori?
“È difficile, vista anche la penuria di corsi qualificanti organizzati
dal Settore Tecnico e dalle strutture regionali del SGS. Noi abbiamo avviato,
ormai da qualche anno, un percorso che vede l’inserimento graduale di giovani
che abbiamo la voglia di diventare allenatori di Calcio a Cinque. Iniziamo con
uno stage di almeno una stagione, preferibilmente due, in affiancamento a un “tutor”,
fino al primo corso regionale disponibile. Questo tempo consente all’aspirante
allenatore di verificare se è la strada giusta per lui o terminare l’esperienza
in campo e a noi di valutare la crescita tecnica e le competenze relazionali.
In questo periodo è supportato dalla presenza di due professionisti, il Dott. Luca
Palazzoli, psicologo dello sport, con esperienza federale e il Prof. Marco Giustinelli,
docente e direttore nella formazione professionale, che cura l’aspetto dedicato
alla Tutela dei Minori e al contrasto alle Discriminazioni, agli abusi e alle
violenze in generale. Successivamente, una volta acquisite le certificazioni,
il tecnico passa alla gestione diretta di un gruppo di bambini o ragazzi.
Sempre sotto la supervisione della Direzione Tecnica. E poi c’è la formazione e
l’aggiornamento legati all’aspetto specifico, tecnico e tattico, e non solo,
della nostra disciplina.”
E come avviene?
“Oltre alla parte in campo, nei periodi di minore attività
agonistica, l’Albano organizza delle sessioni di formazione tecnica e tattica,
specifiche per il futsal, ai quali partecipano tutti i tecnici, inoltre, da
quest’anno, abbiamo inaugurato il Forum. Due giorni di ritiro, integralmente
dedicati alla formazione, con la partecipazione anche di allenatori di altre
società amiche. Due giorni serrati di confronto e discussione, animati anche da
esperti esterni al Club. Quest’anno si è parlato di Tecnica, di Tattica, ma
anche di Analisi del Match, di Safeguarding Officer, di nuove tecnologie, di realtà
aumentata, di stile di conduzione, di gestione del gruppo, di approccio
psicologico. Tutto a spese della nostra Società. Una esperienza che ha riscosso
l’entusiasmo dei partecipanti e che ripeteremo anche in futuro.”
Una gestione impegnativa …
“Impegnativa e che deve essere sorretta dalla passione e dal
coinvolgimento di tutte le nostre risorse. Si comprende, quindi, perché molti
piccoli club stanno purtroppo valutando, o lo hanno già fatto, di non
proseguire le attività. Noi siamo arrivati preparati a questa rivoluzione, ma
chi non lo ha fatto, oggi si trova in grandi difficoltà. E ce ne dispiace, perché
lo sport cresce anche sulla base della partecipazione delle nuove generazioni.
Se iniziamo a eliminare le occasioni per avvicinare al calcio i più piccoli e
chiudiamo le strutture dedicate, a lungo andare sarà un problema per tutto il movimento.”
E anche per le famiglie è un impegno economico sempre più
gravoso?
Nessun commento:
Posta un commento