L’immaginario collettivo associa il
mestiere di calciatore a stipendi da favola, in grado di “sistemare” l’atleta e
la sua famiglia per diverse generazioni. Questo è vero solo per una
ristrettissima schiera di fortunati (e bravi) giocatori che rappresentano, comunque, una ristrettissima minoranza rispetto ai numeri generali. Per render l’idea,
in Italia ci sono, complessivamente circa 1.400.000 tesserati FIGC di cui più
di 1.000.000 sono calciatori. Di questo esercito, circa 3.000 sono
professionisti divisi nelle tre categorie Serie A, Serie B e Serie C. I veri “paperoni”,
ovviamente, sono quelli che giocano nella massima serie, la Serie A, con i
suoi 635 giocatori tesserati. Vi risparmio la fatica di fare i conti. Rappresentano
lo 0,06% del totale dei tesserati. E se cominciate a farvi venire già dei
dubbi, è ancora presto. Andiamo avanti con i numeri perché in questo 0,06% non
ci sono solo i ragazzi che provengono dalle Scuole Calcio e dai Settori
Giovanili Italiani, ma tutti i giocatori che giocano nella nostra Serie A,
provenienti da ogni angolo del globo. I calciatori di passaporto italiano in
Serie A sono, al netto dei movimenti ad oggi ancora in corso per il mercato
ancora aperto, 228. Se fissiamo a 1.000.000 di Euro l’anno la soglia
psicologica tra chi è ricco e chi, invece, possiamo definire “benestante”, ci
accorgiamo che i giocatori fatti in casa sono solo 92. Si, avete letto
benissimo. I ricchi italiani del calcio che guadagnano in un anno quello che un
lavoratore medio guadagna in una intera vita di lavoro, rappresentano meno del
15% dei giocatori dell’intera Serie A (lo 0.008% di tutti i calciatori, grandi
e piccoli che corrono dietro il pallone su tutti i campi della penisola). Nelle
due Stagioni post Covid 2020/2021 e 2021/2022, 37 giocatori proveniente da
Scuole Calcio, Settore Giovanile e Dilettanti sono approdati in Serie A, 65 in
Serie B e 503 nei tre gironi della Serie C. Possiamo quindi sintetizzare che,
dati alla mano e arrotondando per difetto, un ragazzo (per le ragazze i numeri
sono ancora più impietosi, ma il movimento femminile è solo agli esordi) su
40.000 arriverà a calcare i prati dell’Olimpico o del Meazza e di questi, solo uno
su 120.000 arriverà a guadagnare più di quello che il genitore porta a casa in
una intera carriera lavorativa.
E allora guardiamo il calcio dalla prospettiva giusta. Sicuramente arrivare tra i top player è un sogno e guai a noi se togliamo ai nostri figli il sogno di diventare un Francesco Totti, un Ciro Immobile o un Nicolò Barella. I sogni vanno inseguiti, danno la forza di credere nel futuro, di sacrificarsi, di impegnarsi al massimo, di adottare uno stile di vita più sano e una migliore alimentazione. Ma rimangono sogni. La realtà è che, tra gli altri 39.999 abbiamo la certezza che ci saranno impiegati, professionisti, carabinieri e poliziotti, insegnanti, fabbri e muratori che il calcio avrà aiutato a curare il loro fisico e a rendere meglio sul lavoro, e la loro mente a lottare per realizzarsi professionalmente e umanamente. Personalmente, ringrazierò sempre il Buon Dio di aver incontrato questo bellissimo sport. Nonostante fossi un mediocre giocatore e avessi calcato i campi più polverosi e fangosi dell’hinterland romano, dove l’erba era poco più di una idea, in squadre dove, a fine anno, dovevi riconsegnare tuta e borsa, già di terza o quarta mano.Il calcio mi ha insegnato la disciplina, lo spirito di sacrificio, il rispetto delle regole, la tenacia, la voglia continua di migliorarmi. Mi ha fatto sognare ad occhi aperti e i gol che non sono riuscito a segnare a quindici anni, li ho poi messi a segno nella vita di tutti i giorni. Fate giocare a calcio i vostri figli e le vostre figlie. Fregatevene del risultato e preoccupatevi della loro felicità, perché correre dietro ad un pallone è gioia pura. Affidate i vostri rampolli a società serie, con gente preparata e appassionata, che fanno poche promesse, ma che danno la garanzia di non costruire campioni, ma di crescere cittadini. E se poi, a qualcuno di loro, la natura ha concesso il talento del campione, di una cosa potete stare sicuri, che io e gli altri 39.998 come me, correremo tutte le domeniche allo stadio per tifare per lui.
Fonti:
Report Calcio FIGC 2023,
Professional Football Report FIFA 2024,
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