mercoledì 7 agosto 2024

FUTSAL. RUMORS DA COLLEFERRO: Paolo Forte outsider nella corsa alla Presidenza della Divisione Calcio a 5?

Comincia a farsi calda la situazione nel futsal nazionale. L’annuncio di Luca Bergamini di non ricandidarsi alla guida della Divisione Calcio a Cinque, ha immediatamente aperto il toto presidente. Accanto alle note figure che aspirano alla successione dell’ex portiere della Nazionale, si stanno facendo strada voci sempre più insistenti sulla presenza di possibili outsider che avrebbero dato la disponibilità a mettersi a disposizione del movimento per candidarsi alla poltrona più alta di Viale Tiziano.

Una di queste voci porta a Colleferro, dove l’ormai ex Mister della Forte Colleferro, Paolo Forte, è stato visto in un noto ristorante della zona, in compagnia del presidente di una società del nazionale molto conosciuta e di altri esponenti del calcio a cinque nazionale e regionale. I sospetti che si sia trattato di qualcosa di più di un semplice momento conviviale, sono alimentati anche dal fatto che, ad oggi, Forte non risulta tesserato con nessuna società, dopo aver passato la gestione tecnica e amministrativa del Club lepino nelle mani dei figli Stefano e Lorenzo. Inoltre, ci risulterebbe anche che, dal punto di vista dell’impegno professionale, Paolo potrebbe avere tutto il tempo necessario a disposizione, avendo maturato i requisiti per godere della meritata pensione.

Abbiamo raggiunto l’interessato per chiedere lumi su una sua possibile candidatura ai ruoli apicali del futsal nazionale.

Paolo Forte, siamo pronti, quindi a lanciarci in una nuova avventura dall’altra parte della scrivania?

“Se parli della pensione (ride), ci sto facendo un pensierino. Su altre cose, non capisco di cosa stiamo parlando. Attualmente sono un disoccupato del futsal e mi sono dato un periodo di riposo prima di decidere che decisione prendere per il mio futuro sportivo.”

Tra queste opzioni è presente la possibilità di una tua candidatura alla Presidenza della Divisione?

“Ad oggi questa possibilità non esiste. Ho ricevuto, e questo mi fa molto piacere, attestati di stima da parte di tantissime società che mi hanno chiesto di mettere a disposizione del movimento l’esperienza maturata in tanti anni di calcio a cinque vissuta a tutti i livelli. Anche se, come ripeto, non ci sono i presupposti di una mia candidatura alla guida della Divisione, sono convinto che sarebbe utile che al vertice del movimento venga messa una persona che provenga dal campo, che abbia ancora nelle narici l’odore dello spogliatoio e che abbia vissuto in prima persona l’adrenalina della gara. Occorre, a mio modesto parere che, nel futsal come nella vita di tutti i giorni, siano necessarie concretezza e esperienza. Sotto questo punto di vista, ma in via prettamente teorica, credo che sicuramente potrei dare un valido contributo alla causa.”

E la cena dell’altra sera non potrebbe rappresentare la spinta a scendere in campo?

“La cena a cui fai riferimento è stata solo l’opportunità di riabbracciare alcuni amici con i quali condividiamo la passione per il nostro sport. Abbiamo approfittato del fatto che uno di loro era in vacanza con la famiglia sul litorale, per organizzare una bella rimpatriata e confrontarci sui problemi del calcio a cinque.”

E che cosa ne è uscito?

“Io non sono mai stato contro nessuno, ho sempre sognato lo sport come un mondo ideale dove tutti remano nella stessa direzione e con lo stesso entusiasmo. Come tutti sanno, io a volte sono stato critico verso alcune delle istanze portate avanti dall’attuale dirigenza, ma l’ho sempre fatto con spirito costruttivo e con il desiderio di migliorare le cose. I costi di partecipazione ai campionati nazionali, ad esempio, sono rimasti importanti e non possiamo stupirci più di tanto se decine di società hanno gettato la spugna. La decisione del doppio tesseramento calcio/futsal non ha raggiunto gli obiettivi che i promotori auspicavano. Lo strapotere del calcio ci sta sottraendo quelle risorse che abbiamo costruito nel tempo con tanti sacrifici, soprattutto nel femminile e i numeri di queste ore ci stanno dando, purtroppo, ragione. E questo anche grazie alla autostrada del doppio tesseramento, che è risultata palesemente a senso unico, aperta a favore dei club calcistici, e che non garantisce a noi nessuna forma di tutela del lavoro che portiamo avanti da anni. E che dire della normativa sugli stranieri o, meglio, sui “non formati”. Ci sono padri di famiglia, da anni con la cittadinanza italiana, con famiglie costituite nel nostro paese, che mandano i figli a scuola, che votano e che pagano le tasse e ai quali questa normativa, di fatto, non permette di esercitare il diritto al lavoro. È una questione prima umana e poi sportiva. Perché al calcio è permesso di tesserare campioni provenienti da tutti i continenti e al futsal no? Premiamo anche economicamente i club che hanno un Settore Giovanile e una Scuola Calcio strutturati, diamo la possibilità ai club che hanno risorse economiche importanti di acquisire le prestazioni di Campioni di fama mondiale e così riempiremo i palazzetti, ma anche le Scuole Calcio, riaccendendo entusiasmi ormai sopiti. Le vittorie della Pellegrini hanno riempito le piscine, quelle di Sinner i circoli del tennis. Il successo di uno sport nasce dalle sue vittorie e non dall’imposizione di limiti.… “

Limiti che, però, non sono presenti nei Campionati Regionali?

“Paradossalmente, ma neanche troppo, molte squadre di C1 sono più attrezzate di quelle che giocano in Serie B. Come si può attuare una riforma spezzata a metà? Bisognava prima mettersi a tavolino con i Comitati Regionali e lavorare insieme su un progetto globale. Abbiamo invece preferito procedere in maniera autonoma, aumentando, tra l’altro, le categorie del Nazionale. E anche la Coppa Divisione, che era nata da un’ottima intuizione di promuovere il futsal a livello territoriale, portando i grandi club anche nei centri meno conosciuti, è stata stravolta, riducendola a un torneo giovanile. Con la conseguenza che sono state tolte risorse al futsal regionale, costringendo, ed è l’esempio del Lazio, ad abrogare la norma sull’obbligatorietà degli Under 21 in campo, che tanto bene aveva fatto alla valorizzazione dei giovani, premiando i club che avevano puntato sui settori giovanili. Andiamo a guardare il livello tecnico attuale delle nostre Rappresentative Under 19, che possono attingere solo da chi proviene dal regionale, e ce ne renderemo conto immediatamente.”

Forte, il tuo non sembra quasi un discorso programmatico?

“È il pensiero che in questi ultimi tempi ho potuto condividere con tanti addetti ai lavori, non è solo il mio. Per questo penso che occorra cambiare molto nel nostro mondo. E, a mio parere la rivoluzione non può avvenire dall’interno. Servono persone nuove, in grado di apportare freschezza, idee innovatrici, nuovi standard di comunicazione e applicazione delle tecnologie più recenti. È giunto il momento di rimboccarci tutti le maniche e di metterci a lavorare seriamente, evitando divisioni e inutili polemiche strumentali, per evitare che accada a tutto il movimento, quello che oggi sta accadendo nel femminile.”

Per concludere, escludi categoricamente, quindi, la tua candidatura a Presidente della Divisione calcio a 5?

“Diciamo che, ad oggi, non sono maturate del tutto le condizioni che permetterebbero il mio impegno a livelli più alti di quelli attuali. Ringrazio chi, in queste ore, mi sta chiamando per spingermi a scendere in campo. È un attestato di stima che mi commuove e mi rende orgoglioso. Sono cosciente che potrei dare tanto a questo sport, ma non credo che in questa fase sia possibile. Se poi, in queste settimane qualche cosa cambierà, magari una riflessione più attenta si potrebbe anche fare. Anche se, realisticamente, sarei portato a ritenere estremamente improbabile che ciò accada. Ma, come dice un mio vecchio amico giornalista … mai dire mai. Grazie per lo spazio che mi avete concesso e buon lavoro a tutto il Futsal Italiano.” 

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