Il Menestrello del Pallone: Soldi e Calcio raramente vanno d'accordo.
Tutti pensano che il Calcio sia sinonimo di ricchezza. E a qualcuno fa comodo farlo credere.Vittorio Pozzo vinse tutto, ma non si mise in tasca nulla e nessuno sa chi sia.Ci stanno forse prendendo per i fondelli?
Se consideriamo che questi signori percepiranno, in media,
questo trattamento per quarant’anni e vi aggiungeranno anche il Trattamento di
Fine Rapporto (liquidazione), ci accorgeremmo che se uno desidera che il proprio
figlio viva in maniera agiata, probabilmente il segreto – che segreto non è – è
che si dedichi con sacrificio allo studio. Ma anche se non volesse studiare, un
onesto mestiere gli potrebbe garantire un reddito superiore rispetto a chi
sceglie il calcio come professione (un tassista guadagna circa 1.800 € al mese
netti).
E, allora, che cosa può regalare lo sport più amato al mondo
al 99,9% di chi si avvicina al calcio? Sicuramente un sogno. E poi lo stare
insieme, il rispetto delle regole, la coscienza che dietro ad ogni successo c’è
tanto sacrificio e tantissimo allenamento. E riuscire a percorrere le due
strade parallele dello sport e della formazione culturale con gioia, riserverà
non solo enormi soddisfazioni, ma sarà un modo per vivere meglio, per costruire
un futuro sano, pulito. Fare calcio rende forti, regala emozioni forti, crea
legami forti. Ma questo accade solo se riusciamo a spezzare il legame perverso
tra calcio e denaro. Pensare al calcio solo in termini economici inaridisce,
toglie valore alle emozioni che ci può regalare. Solo pensando al calcio come
gioco, saremo in grado di recuperare i valori di cui tutti parlano, ma che
pochi sono in grado di condividere. Chi gioca si diverte e chi si diverte gioca
meglio e di più. Sogno un calcio povero, da giocare nei parchi e nelle strade,
con le maglie recuperate nella soffitta polverosa di una parrocchia di
provincia. Sogno un calcio che faccia sognare. Perché se togliamo la capacità
di sognare ai bambini che giocano a calcio, se gli urliamo contro se sbagliano
un passaggio o riversiamo su di loro le nostre frustrazioni e pretendiamo che
siano quello che noi non siamo riusciti ad essere, se li vestiamo come campioni
nella speranza che lo diventino, allora abbiamo sbagliato proprio tutto. Il più
grande allenatore del calcio italiano, vincitore di due mondiali, di un oro
olimpico e di due edizioni di quello che diventerà il campionato europeo, aveva
posto come condizione per allenare la Nazionale, quella di non essere pagato.
Si, avete capito benissimo, il Commissario Tecnico dell’Italia pluricampione
del mondo, colui che aveva stravolto la tattica e l’approccio alla gara e che
aveva inventato il “ritiro” e parlava ai suoi ragazzi dei valori rinascimentali,
non ha mai guadagnato una lira, pur essendo indiscutibilmente il più bravo.
Tanto bravo che la Federazione gli negò perfino il minuto di raccoglimento alla
sua morte, nel 1968. Si chiamava Vittorio Pozzo, ma di lui nessuno parla ai
ragazzi che iniziano a giocare a calcio. Si guadagnava da vivere facendo il
giornalista e si divertiva giocando e facendo giocare a pallone e,
paradossalmente, vincendo tutto! Il calcio è una occasione, soprattutto per chi
si mette a disposizione per insegnarlo ai più piccoli. Con generosità, con
passione con disponibilità e con tanta, tanta, tanta competenza. Anche per i grandi
vale quello che dicevo sui più giovani. Studiare, sperimentare, confrontarsi,
mettersi in discussione ogni allenamento, ogni partita. Regalare, donare, è il
segreto dell’eterna giovinezza.
Seneca, diceva: "Hoc habeo, quodcumque dedi. O
quantum habere potuit, si voluisset! Hae sunt divitiae certae in quacumque
sortis humanae levitate uno loco permansurae; quae cum maiores fuerint, hoc
minorem habebunt invidiam. Quid tamquam tuo parcis? Procurator es."
Tradotto in italiano: "Questo possiedo, ciò che ho
donato. Oh, quanto avrebbe potuto avere, se avesse voluto! Queste sono le
ricchezze sicure, destinate a rimanere nello stesso posto in qualunque
volubilità della sorte umana, e più grandi saranno, minore invidia attireranno.
Perché risparmi come se fosse tuo? Sei solo un amministratore."
Vale nella vita, vale nel calcio, Viva la vita, viva il calcio!
Marco Giustinelli ... innamorato della Vita e del Pallone!
Commenti
Posta un commento