Il Menestrello del pallone: Il mezzo è anche il messaggio. Omaggio ad un Campione, Riccardo Budoni!
Il mezzo è il messaggio. Non è una frase mia, ma di uno dei Maestri della Comunicazione Globale, Marshall McLuhan, scomparso nel 1980, che ha lasciato un segno indelebile nell’approccio alla comunicazione e ai mezzi attraverso i quali si diffondono informazioni e notizia. Questo concetto, nello sport, è legato, secondo me, essenzialmente alle persone, a quelli che, nel lessico comune, definiamo “Campioni”. Ogni bambino sogna il calcio attraverso i suoi interpreti, indipendentemente dal mezzo che glieli presenta. Oggi sono i social, ieri la televisione, l’altro ieri le figurine Panini. La costante è la persona del Campione. Chi di noi non ha sognato, calciando un pallone di essere un novello Gigi Riva, Pelè, Maradona, Giorgio Chinaglia, Pierino Prati o Gianni Rivera. E lo stesso accade con i nostri figli e i nostri nipoti. L’amore che ho per il calcio passa anche dall’aver conosciuto di persona diversi “eroi degli stadi” e aver avuto la fortuna di scambiare con loro idee, impressioni e, soprattutto di poter ascoltare i loro racconti di campo e di vita.
Oggi vorrei omaggiare quello che considero un autentico
campione di questo sport. E ne approfitto per correggere Wikipedia. Alla voce
Riccardo Budoni, classe 1959, la nota enciclopedia del web riporta la dicitura “ex
calciatore”. La lingua italiana imporrebbe la particella “ex” a chi non pratica
più una attività svolta in passato. Qualche giorno fa, invece, il nostro
Riccardo ha alzato la Coppa Canottieri da vincitore, al termine di una
avvincente gara di finale, tra l’altro vinta in rimonta. Non l’ha conquistata
da dirigente e tanto meno da allenatore, ma da giocatore protagonista in campo!
Alla faccia dell’Ex! Dopo aver difeso la porta di grandi squadre
professionistiche come Lazio, Siena, Brescia, Spezia, Empoli etc. nel calcio a
11, sbarca nel futsal mietendo successi anche qui, da giocatore prima e poi da
allenatore, sia di club che nella Nazionale Italiana di Futsal.
Oggi, accanto all’attività di tecnico nel Frosinone, si dedica al progetto “Crazy for Football”, l’attività che coinvolge i ragazzi con problemi di disabilità mentale e con i quali, sotto le bandiere della FIGC, che ha sposato appieno il progetto, insieme all’amico di sempre Enrico Zanchini, ha conquistato, con il tricolore sul petto, il titolo di Campione d’Europa della categoria.
E nonostante abbia tutti i motivi per “tirarsela un po’”,
Riccardo rimane il ragazzo semplice di sempre, che corre che suda, che insegna
e che non fa passare mattina senza che ti mandi il suo “buongiorno” su
whatsapp. Se, tornando a McLuhan, il mezzo è anche il messaggio, Riccardo
Budoni è una testimonianza vivente della forza del calcio, del motivo per cui
questo sport ha una potenza sociale immensa. Riccardo testimonia i valori
autentici del calcio: passione, competenza, sana competitività, disponibilità, ma
anche gentilezza, empatia, ascolto e, perché no, tanta simpatia.
Potrei parlarne per ore di questo ragazzone che applaudivo dagli spalti dell’olimpico quando eravamo ragazzi entrambi (ma lui era in campo!) e che continuo a farlo oggi (che continua ad essere in campo!) ma vi devo lasciare perché squilla whatsapp e devo rispondere al “buongiorno” di un amico che ha appena alzato al cielo l’ennesima Coppa della sua interminabile carriera, mantenendo la freschezza, il sorriso e l’entusiasmo di quando calcava i prati delle Serie A!
Marco Giustinelli ... fortunato ad avere amici così!




Commenti
Posta un commento