venerdì 16 agosto 2024

COMINCIAMO A DARE I NUMERI ... MA NON È COLPA DEL CALDO!

È stato pubblicato in questi giorni il Report Calcio 2024 della FIGC. Uno strumento straordinario che, attraverso la rappresentazione di dati e tabelle, illustra ai lettori l’andamento del fenomeno Calcio nel nostro Paese. Vengono analizzati gli aspetti legati all’economia, al marketing, all’impatto che lo sport più bello del mondo ha sulla vita sociale di tutti gli italiani. 

C’è un dato, però, che mi preoccupa e che gli abili comunicatori della Federazione fanno bene attenzione a non mettere in evidenza. Ed è un dato relativo alla fidelizzazione delle nuove generazioni. Un dato strategico che ci racconta dove sta andando il nostro sport e che ci dovrebbe accendere una lampadina (un warning come dicono quelli bravi) e sollecitare delle soluzioni o, quantomeno, delle idee. 

Qualche maligno afferma che, nelle grandi organizzazioni, con poteri consolidati e rendite di posizione, chi pensa è un pericoloso sovversivo e incita le masse verso la terribile soluzione chiamata “cambiamento”. Se diamo una occhiata statistica all’età media dei nostri dirigenti sportivi federali, un pizzico di preoccupazione si dovrebbe affacciare alle nostre coscienze. 

Ma … veniamo a noi. La FIGC ci dice che nel 2009/2010, 658.900 bambini e ragazzi erano tesserati per il Settore Giovanile e 444.653 facevano parte, invece, di quel mondo che rappresenta, per numeri, l’autentico mondo del calcio italiano, che è lo sport dilettantistico. In soldoni, per ogni 100 ragazzini e ragazzine tesserate, 77 continuavano a giocare a pallone. Uno su quattro, circa, abbandonava il calcio “ufficiale” per dedicarsi ad altri sport o ad altre faccende più o meno personali. E, allora, direbbe qualcuno, dov’è il problema? Mantenere tre tesserati su quattro è certamente un buon risultato. Ma il calcio non si è fermato a quindici anni fa. Negli anni successivi, pur aumentando il numero dei tesserati (ottima notizia) ha cominciato ad allargarsi la forbice tra Settore Giovanile e Dilettanti

Già nella stagione successiva, la differenza era del 38%, per passare cinque anni dopo, nel 2017/2018 ad un gap del 46%. Se tralasciamo le tre stagioni influenzate (mai termine è stato più appropriato) dal Covid, arriviamo ad oggi (2022/2023) che il differenziale è arrivato al 49%

Vuol dire che un giocatore su due lascia dopo il Settore Giovanile. E se nel 2009 i Dilettanti erano 444.653 e oggi sono 368.641, ci vuol davvero poco per comprendere che la base che rifornisce il calcio di vertice si stia inesorabilmente assottigliando. Non cambia però l’attrazione del pallone verso le nuove generazioni. Aumentano i tesserati del Settore Giovanile e Scolastico (724.942,miglior risultato degli ultimi quindici anni), ma diminuiscono i dilettanti e anche i club. 

È come se, grazie a una ottima campagna promozionale e a una buona reputazione, riuscissi a far entrare tanta gente nel mio supermercato, ma poi la metà dei clienti esce senza comprare niente! Nel marketing ha più importanza il trend rispetto ai numeri. E il trend, in questo caso, manda segnali inquietanti. E a medio e lungo termine anche i numeri cominceranno a risentirne. 

Probabilmente bisogna migliorare il prodotto e farlo diventare più appetibile per chi si avvicina con grandi aspettative. Il rischio è che il calcio diventi come la religione: bella, interessante, con ottime idee e una immagine stupenda, ma con le chiese, poi, desolatamente vuote. Riflettiamo gente, riflettiamo …


Report del Calcio 2024 - Fonte FIGC

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