EDITORIALE: Un Leone a annunciare e difendere il Vangelo!
Robert Francis Prevost, successore dell'Apostolo Pietro con il nome di Leone XIVE' il primo Pontefice nordamericano
di Marco Giustinelli
Abbiamo un nuovo Papa, Robert Francis Prevost, Cardinale di Santa
Romana Chiesa, che siederà sullo scomodo soglio che fu all’origine del
Pescatore di Galilea che, proprio a Roma, fu crocifisso a testa in giù nella
persecuzione contro la nuova religione di Gesù di Nazareth.
In queste ore, con l’eco ancora forte dell’ “habemus Papam”,
è difficile non cadere nella retorica e nelle banalità che spopolano sui media
di tutto il mondo. Il fatto che poi il nuovo Papa si uno statunitense (primo
nella storia della Chiesa), ha scatenato addirittura una ridda di congetture sull’influenza
che il Presidente Donald Trunp abbia avuto sull’elezione del Vescovo di Roma.
Per questo, non voglio entrare su questioni destinate ad
essere smentite o modificate in un futuro più o meno prossimo, ma desidero
soffermarmi su alcune questioni esclusivamente “emotive” e personali che
rappresentano più una speranza che una opinione.
La prima è legata al nome, Leone. Frate Leone è il frate che
raccoglie l’eredità spirituale di Francesco D’Assisi, scrivendo di suo pugno
quel manifesto kerigmatico che è il De vera et perfecta laetitia, sotto
dettatura del santo. Un uomo al servizio, che si mette a disposizione per
promulgare una straordinaria visione della felicità, letta e vissuta sulla
proiezione escatologica della vita cristiana. Francesco e Leone, da Assisi a
Roma il passo è veramente breve.
È questo che auguro a Leone. Essere un Santo papa che si
mette umilmente a disposizione del messaggio evangelico, continuando sulla
strada dell’attenzione agli ultimi, ai peccatori, ai poveri, tracciata dal
predecessore. Umilmente non vuol dire in tono dimesso o accondiscendente e il
nome Leone non è certo indice di timidezza. Il nuovo Papa dovrà lottare come un
leone per annunciare e denunciare in questa generazione distratta e illusa.
E quello che mi ha colpito è stato il suo discorso di
presentazione ai 150.000 di Piazza San Pietro e ai miliardi di persone che lo
hanno seguito attraverso i media. Un discorso da Papa. Con la parola Pace che è
riecheggiata tante volte, “disarmata e disarmante” e con il saluto del Risorto
come prime parole da Vescovo di Roma, a testimonianza di una linea di pensiero
che unisce la spiritualità all’azione. La citazione a Sant’Agostino va oltre,
secondo me, all’appartenenza alla famiglia religiosa. Agostino, fine pensatore
e padre della Chiesa, viene dalla profonda conoscenza del mondo reale e
abbraccia il Vangelo come soluzione e come speranza.
Non voglio fare previsioni, né, tantomeno, esprimere
opinioni. Non ne sono all’altezza e neanche mi interessa farlo. Voglio
esprimere soltanto il mio affetto e la mia ammirazione per quest’uomo che non
conosco ancora, ma che in una età in cui molti di noi hanno come obiettivo la
speranza di smettere di lavorare e godersi il riposo della pensione, ha
accettato di buttarsi in una avventura che lo vedrà protagonista fino al
termine della sua esistenza, assumendosi, insieme alle gioie, anche le
tribolazioni, le fatiche e le preoccupazioni che sono parte integrante del bagaglio di
ogni pontefice.
Mi consola il fatto che lo farà solo per Amore. E questa è l’unica
cosa di cui sono ragionevolmente sicuro. Il resto ce lo dirà la storia. Buon
lavoro Leone, che Dio ti benedica!
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